Lettera aperta del neo presidente del CSI di Perugia

“Non c’è niente di più difficile da condurre, né più dubbioso di successo, né più dannoso da gestire, dell’iniziare un nuovo ordine di cose”. Niccolò Machiavelli
Questa citazione “rubata” alla tesi di laurea in economia di un amico e dirigente del comitato ha confermato la dubbiosa decisione di candidarmi a Presidente del comitato CSI di Perugia. Una decisione nata a seguito di un’altra decisione sofferta e personale di un altro amico e di un ottimo dirigente. A lui devo un grosso ringraziamento per tutto quello che ha fatto per il CSI ma soprattutto per quello che farà nel Comitato visto che fortunatamente ha deciso solo di cambiare ruolo: Grazie, Claudio.
Come sia nata, non è importante: ora conta portarla avanti per il bene dell’associazione, per il bene dei valori a cui la mia attività e la mia vita da dirigente sportivo, come di molti altri è stata sempre finalizzata. Il patto associativo recita: “[…] alla persona umana che è il soggetto e il fine dell’attività del Centro Sportivo Italiano. L’Associazione pone a base della propria azione la dignità della persona umana […]”.
Il Comitato di Perugia è uno dei primi venti in Italia e considerata la nostra regione e la sua popolazione è un risultato magnifico quello che abbiamo raggiunto e tutti quelli che in questi anni sono passati a “fare qualcosa” hanno contribuito al suo sviluppo e al suo stato attuale. Permettetemi di ricordare alcuni di loro, tornati alla casa del padre: Carlo Pula, Franco Goracci, Roberto Barzotti e Alessia Bonadies.
Vi prometto e vi avverto che sarò un coordinatore e non sostituto, prometto anche di essere sempre presente per aiutarvi a portare avanti, se avrete bisogno, i vostri incarichi: è importante non sentirci soli, siamo e dobbiamo essere un insieme.
Come ci dice San Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi: << [..] Come il corpo che non è formato da un solo membro ma da molte membra . Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. Anzi proprio le membra del corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie; e le parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggiore rispetto. Ma Dio ha disposto il corpo conferendo maggiore onore a ciò che non ne ha, perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le varie membra abbiano cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui […]>>.
Così deve essere il nostro Comitato e la nostra associazione.
Dobbiamo continuare le nostre attività riorganizzandoci, creando un organigramma con ruoli ben definiti, compiti precisi e libertà di azione nello specifico ma secondo un’idea comune e condivisa della nostra meta. Nel volontariato, proprio perché deve essere un impegno importante e passionale, bisogna avere organizzazione: il tempo è sempre meno, le persone sempre meno, la struttura quindi sempre più.
Una delle cose di cui mi rammarico nella mia lunga vita associativa è sicuramente quello di non essere riuscito e di non essere riusciti, a propagare il fuoco che è in noi ad altri.
Sarà questa la sfida del nostro quadriennio.
Questo tempo di pandemia è stata una catastrofe per lo sport, dobbiamo trasformare questo momento in un periodo di riflessione e riorganizzazione e sfruttarlo a nostro favore: senza le consuete attività sportive giornaliere che di solito non ci danno un minuto per fermarci a guardare cosa abbiamo fatto di grande e cosa invece abbiamo sbagliato, cerchiamo di correggere i nostri errori per il bene del CSI e degli altri.
Per alimentare quel fuoco dobbiamo rinforzarlo e credo che sia necessaria una scuola permanente e costante per noi dirigenti CSI. Una scuola che affronti temi motivazionali, spirituali ed ecclesiali; un sostegno alle società sportive per tutte le loro necessità fiscali, finanziarie e giuridiche – cosa sempre più importante in questo momento di incertezza della riforma del terzo settore – lezioni sulla nostra storia e del CSI nella realtà sportiva italiana. Nel convegno CSI “Sport e Comune” del 1960, nel documento finale a cui parteciparono circa duecento amministratori locali, si proponeva l’obbligatorietà dell’assessorato allo sport in ogni Comune e con una certa rapidità venne approvata la legge. Ci sono invece voluti ben sette anni perché il Governo destinasse risorse e impianti per lo sport di base. Sempre i soliti problemi: soldi e impianti ma questa è un’altra storia. Noi però affronteremo il problema e lo diremo alle amministrazioni locali andandoli a trovare. Non è una minaccia ma una promessa che abbiamo fatto alle nostre società sportive che in questo tempo ci hanno evidenziato tutte le carenze degli impianti sportivi. Dobbiamo riportare l’attenzione sui temi importanti e attuali dello sport e sui valori, sull’ aspetto fondamentale nella crescita dei giovani e l’ importanza psicofisica sulle persone e sulla loro salute. Dobbiamo attenerci ai valori cristiani ed ecclesiali che sono genetici ed ereditari per CSI, dato che proveniamo da una costola dell’ Azione Cattolica. Per far tutto ciò dobbiamo coinvolgere esperti e tecnici, autorità del mondo ecclesiale, della politica, delle amministrazioni pubbliche e delle autorità sportive come il CONI con testimonial e atleti famosi. Credo che sarà determinate la collaborazione con la Arcidiocesi di Perugia e le altre Diocesi che insistono nel territorio del Comitato come Assisi, Orvieto – Todi nella parte tuderte, con la pastorale giovanile e degli oratori, con la Conferenza Episcopale Umbra.
Sarà quindi una parte importante, l’area formazione: non possiamo sbagliare e forse proprio questo periodo particolare ci ha aperto gli occhi anche nell’ uso di altri metodi come quelli digitali e online da affiancare a quelli tradizionali in presenza: una futura utilizzazione di tecnologie, più moderne, più performanti, più funzionali e perché no, più economiche.
Scuole e centri estivi devono rappresentare una parte sempre più essenziale per il nostro Comitato, per cercare di affiancare i giovani nella crescita e quindi far parte di un sistema educativo più ampio. Mons. Giulietti, in un incontro disse che solo un sistema di più fattori può seguire i giovani in tutti loro momenti: la famiglia, la scuola, la chiesa e lo sport… e noi vogliamo esserci.
L’attività giovanile e polisportiva che è stata svolta fin ad oggi sta dando sempre più soddisfazione con ottimi risultati: certo però soffriamo di non poter essere in questo momento insieme ai ragazzi nei palazzetti e al Santa Giuliana -fiore all’occhiello ogni anno della nostra attività giovanile – ma ci torneremo con il nostro spirito, alimentato dal nostro Paolo Scarponi che sprona sempre sia i ragazzi, sia noi dirigenti ad affrontare questi eventi.
Dovrà essere istituita un’ “area bandi, concorsi e marketing”: un’area da far nascere con un investimento di risorse umane professionali o avvalendosi di una struttura, sempre professionale già esistente. Questo ci permetterà di avere risorse economiche per poter effettuare i progetti sportivi, formativi, convegni, scuole e magari in futuro, impianti sportivi. Dobbiamo percorre nuove strade per reperire le risorse per molte delle nostre attività che sono gratuite.
Sarebbe importante l’istituzione di una “sezione logistica” per la gestione delle attrezzature, per rendere equipaggiamenti e strumenti sempre efficienti e pronti all’uso, anche nelle necessità improvvise. Dovrà essere, in via principale, a disposizione della Commissione Attività Giovanile. Al tempo stesso avendo già un modulo gonfiabile ed altre attrezzature, con le manifestazioni che potremmo organizzare, raggiungere così un’ autonomia economica, incrementando magari le attrezzature stesse.
La comunicazione deve essere rafforzata e deve, non solo far conoscere le attività e i numerosi e importanti eventi sportivi ma essere un mezzo per far conoscere sempre più e a molte persone, il nostro modello di sport ed i nostri valori.
Vi ringrazio per l’attenzione e mi scuso se mi sono dilungato troppo ma credo che il CSI meriti tutta la nostra attenzione.
Ringrazio tutte le autorità che sono con state con noi, dimostrando con la loro vicinanza e la loro attenzione che il nostro percorso e il nostro impegno, sta dando dei frutti.
Ringrazio tutti coloro che con me si sono candidati al Consiglio Provinciale. Vi lascio con le parole di Henry Ford che saranno il motto di questo quadriennio:
“Mettersi insieme è un inizio,
rimanere insieme è progresso,
lavorare insieme un successo”
Grazie.