La riforma del terzo settore: i chiarimenti dell’Avvocato Sepio per le società affiliate al CSI nel contest #SFactor.

Molte le iniziative che si susseguono nel sito del CSI nazionale: interessanti confronti in attesa di riprendere le attività e con lo stop forzato, è utile anche utilizzare questo tempo per gli approfondimenti che ruotano intorno alla gestione futura delle associazioni. In settimana, all’ interno del contest #SFactor, è stato ospitato l’avvocato Gabriele Sepio per alcuni chiarimenti in vista della riforma del terzo settore che coinvolgerà le società affiliate al CSI. L’avvocato è coordinatore del tavolo tecnico fiscale per la riforma presso il Ministero del Lavoro e Politiche Sociali oltre che membro del Consiglio Nazionale del terzo settore e comitato di gestione della Fondazione “Italia Sociale”: a lui, sono state rivolte alcune domande che provano a far chiarezza sulla riforma in arrivo. L’ esperto ha per primo sottolineato come le tante tipologie di associazioni fanno comunque parte di una “grande famiglia di Non Profit” che si differenziano in funzione di come sono organizzate e quali scopi prefiggono. All’ interno però si aggiungono anche le ETS, ente del terzo settore che comprendono anche lo sport italiano. Una riforma che sta seguendo un iter molto lungo, essendo la prima riforma organica del paese che coinvolge così tanti enti, rimasti sempre ai margini ma che smuovono cinque milioni e mezzo di volontari e circa un milione di lavoratori, sfiorando il 5% del prodotto interno lordo del paese. Iter iniziato nel 2016 con la legge deroga e che cerca di riorganizzare il settore, considerando che fino ad ora non aveva nemmeno una definizione giuridica. Si sono toccati poi temi specifici, regimi fiscali e regolamenti. L’ avvocato Sepio ha presentato il Registro Unico Nazionale in cui gli enti verranno inseriti e assegnati i differenti regimi fiscali a seconda dell’organizzazione delle associazioni e non viceversa. Si è parlato del RUNS, il registro unico nazionale del terzo settore che sarà uno spartiacque per stabilire i tempi in cui le associazioni potranno entrarci. Tante le norme in arrivo che cercano di evitare malintesi come la differenza fra enti non lucrativi e attività commerciali, superando un vero “retaggio culturale” per cui un ente Non Profit non possa prevedere attività commerciali, importanti in realtà, per il sostentamento di queste associazioni. Sfatato anche il termine del 30 giugno per la riforma del proprio statuto: è stato prorogato ed è solo un primo step non vincolante per adeguarsi. Tutta l’intervista è presente nel sito www.csi-net.it.